Recensendo Target with four faces, un'opera del 1955 di Jasper Johns, la rivista statunitense Art News definiva il suo autore
"l'esponente più recente di un gruppo di giovani artisti americani che gravitano attorno a un movimento brillante o lirico, serio e scapigliato, privo di aggressività
ideologica ma pieno di mordente sotto il profilo estetico".
Parole che, a più di cinquant'anni di distanza, funzionano ancora benissimo per presentare i sette artisti italiani
- alcuni al loro esordio- cui è dedicata la mostra Target with Seven Faces, un titolo scelto parafrasando quello dell'opera di Johns.
Alle Seven Faces su cui scommette Emmeotto non corrispondono nomi noti e sarebbe vano cercare una conferma del loro talento in curricula che,
per alcuni esponenti del gruppo, sono ancora molto scarni. Nella mostra curata da Martina Cavallarin saranno le opere a parlare.
Tra segni di pennello precisi e campiture espressioniste, Alice Andreoli lavora con la pittura per indagare un universo giovanile spigoloso e complesso,
fatto di look e tatuaggi, ma anche di riflessioni introspettive.
Si esprime in bianco e nero Federico Arcuri. Con gesso, carta e segni sulla tela costruisce paesaggi metropolitani, racconta solitudini underground
o l'immaginario filmico di frames presi da Tarkovksy.
Giulio Cassanelli è un fotografo ossessivo, quasi pittorico nella resa finale dei suoi lavori concentrati su un unico soggetto: vino rosso rappreso nel fondo di un bicchiere
dopo essere stato sottoposto al divenire e alle trasformazioni del tempo.
Giuseppe Ciracì dipinge volti che, a dispetto di una figurazione apparentemente tradizionale, offrono il pretesto per la costruzione di opere corrosive,
con graffiature, interventi a matita, olio, acrilico e uno sguardo strabico tra scheletro e pelle che strappa i soggetti rappresentati a qualsiasi criterio di pura mimesi.
Davide Lovatti lavora sulla foto e sull'installazione, in una zona sottile tra memoria, contaminazioni e progressivi sfalsamenti di piano.
Attraverso una fotografia che blocca con puntiglio documentaristico immagini di catastrofi generate dall'uomo, Svetlana Ostapovici
indaga la natura umana, perennemente in bilico tra ricerca del bello e tensioni autodistruttive.
Metodica e raffinata, Annalisa Riva scava in profondità nella leggerezza, nella precisione del disegno,
delle frasi poetiche, delle commistioni tra materiali e tecniche.
Target with Seven Faces è un percorso laterale e curioso attraverso i linguaggi di 7 giovani artisti.